Com’è fatto
Questo tappeto kilim Zanafi dal design contemporaneo è realizzato interamente in lana fittamente annodata a mano, secondo la tradizione della regione di Taznakht, sull’Alto Atlante. Il colore preponderante del tappeto è un verde oliva melange, con leggere vibrazioni di tono che virano dal giallo al verde acido. Su questo campo si innestano gli elementi grafici in bianco e nero: due grandi quadrati e due fasce sui bordi corti. All’interno dei riquadri, una trama fitta di rombi e linee zigzag crea un reticolo quasi ipnotico. Un rimando al simbolo berbero dell'occhio che protegge dal malocchio.
Rispetto a un classico kilim, lo Zanafi ha una densità maggiore: la mano è compatta, il peso è contenuto ma la struttura è robusta, pensata per accompagnare la vita quotidiana e durare nel tempo senza perdere la sua bellezza originaria.
Perfetto per…
La geometria, il colore, i dettagli geometrici optical, lo rendono il tappeto ideale per chi ama interni contemporanei ma vuole raccontare una storia autentica. In un salotto o soggiorno ampio crea un fondale grafico forte ma non invadente: il verde melange non è un accordo facile, ma i riquadri bianco e nero aggiungono un tocco quasi architettonico che rende gli abbinamenti più agevoli. In sala da pranzo si sposa con importanti tavoli in legno massello e con sedute dal design pulito. In camera da letto, posizionato perpendicolare al letto matrimoniale, porta colore ma lo fa in modo sofisticato e senza esagerazioni.
Grazie alla sua presenza discreta ma di carattere funziona bene in ambienti di città, mare, campagna o montagna, sia in spazi minimal che in stili più esuberanti o eclettici.
È un kilim che dichiara la sua natura artigianale, ma con una presenza molto contemporanea.
Il dettaglio da non perdere
Le frange corte, concentrate solo in corrispondenza delle parti in bianco e nero, sono il gesto più contemporaneo di questo Zanafi. Non seguono la tradizione delle frange sui due lati corti, ma appaiono solo dove il disegno cambia, creando un effetto volutamente asimmetrico. È come se il tappeto “uscisse dai bordi”: un particolare inaspettato che racconta sia la libertà creativa dell’artigiana, sia l'assenza di produzione standardizzata.