Per l’identità grafica di Casa Amar, abbiamo scelto una mano aperta, disegnata per noi dalla talentuosa Ayesha Zafar Sabri, architetto, designer e artista.
Si tratta della Khmissa (nome in Darija), chiamata anche Tafust (in Tamazight) e comunemente chiamata Mano di Fatima in Italia. Amiamo i suoi significati e tutto quello che rappresenta, siamo affascinati dalla sua storia e dall’infinita di possibilità per rappresentarla. Per noi questa scelta è anche un omaggio alle mani delle artigiane che lavorano per creare i meravigliosi tappeti Casa Amar.
In questo articolo vi raccontiamo 5 cose interessanti da sapere sulla Khmissa:
- La Khmissa ha origini ancestrali
È difficile datare la sua origine con certezza. È probabile che sia stata introdotta dai Cartaginesi (nell’attuale Tunisia), come attributo e simbolo della divinità femminile di origine fenicia Tanit, dea della fertilità, dell’amore, del piacere.
La mano aperta si ritrova anche nella civiltà mesopotamica (attuale Iraq e Kuwait) o nella civiltà dell’Antico Egitto, sempre come amuleto legato a una potente divinità femminile.
- La parola Khmissa deriva dalle 5 dita della mano
Khmissa viene da “Khamsa” che significa cinque in arabo. In ebraico la stessa mano viene chiamata Hamsa, sempre dal numero cinque.
- Musulmani, cristiani ed ebrei l’hanno associata a personaggi femminili importanti
Nella cultura musulmana, la Khmissa è associata alla mano di Fatima, figlia del Profeta Muhammad (s.A.'a.s.).
I cristiani del Levante l’hanno associata alla mano di Maria, mentre gli ebrei sefarditi l’hanno chiamata Mano di Miriam.
- È un simbolo apotropaico: serve ad allontanare o ad annullare un’influenza maligna
Nella cultura marocchina, la Khmissa è spesso vista come un simbolo di protezione contro il male e in particolare contro il malocchio.
Questa credenza si ritrova in varie sfumature: c’è chi attribuisce un vero potere protettivo agli amuleti a forma di Khmissa. C’è invece chi apprezza il simbolo senza prestare all’oggetto stesso un potere protettivo, dal momento in cui si considera che la protezione viene solo da Allah.
- Viene rappresentata in un’infinità di modi
Non c’è un unico modo di disegnare la Khmissa. Può essere realizzata in oro, argento, legno, metallo, ceramica, vetro... Può essere colorata o a tinta unita, minimalista o con un design complesso. Le dita possono puntare verso l’alto o verso il basso.
La Khmissa è utilizzata particolarmente in gioielleria, perché in questo modo può essere indossata, sia per motivi estetici che per i significati che gli sono attribuiti dalla cultura marocchina.
Si ritrova anche sulle porte d’ingresso delle case tradizionali in medina, come battiporta. Sia gli artigiani che i marchi marocchini la inseriscono nei vestiti o negli oggetti di arredo per la casa.
È un simbolo che continua ad essere amato, a ispirare e a unire.