Questo post è una vera e propria immersione nel mondo dei tappeti marocchini: una sorta di maxi glossario, una guida completa per orientarsi tra le tante tipologie di tappeti marocchini esistenti, per conoscerli in modo approfondito e sceglierli con maggiore consapevolezza. Possiamo immaginarlo quasi come un viaggio itinerante - perché no - su un tappeto volante, trasportati nel cuore di una cultura affascinante e millenaria: quella del Marocco.
Capiremo le differenze tra tappeto marocchino e tappeto berbero, impareremo a non cadere nell’errore di definirli banalmente tappeti etnici, scopriremo cosa dà il nome a ogni tipo di tappeto e ne conosceremo le caratteristiche e le lavorazioni.
Partiamo?
Ecco cosa scopriremo:
- Tutti i nomi dei tappeti prodotti in Marocco: un’introduzione
- Beni Ourain
- Kilim (o meglio) Hanbel
- Beni Mrirt
- Boucherouite
- Boujaad
- Azilal
- Taznakht
- Zanafi
- Akhnif
- Kharita
- Stuoia Hassira
- Glaoui
- Chichaoua
- Zemmour
- Zayane
- Zindekh
Tutti i nomi dei tappeti prodotti in Marocco
Sembrerà quasi superfluo specificarlo ma ciò che definisce un tappeto marocchino è prima di tutto la sua provenienza: non si tratta (solo) di un tipo di decoro o di una lavorazione o, ancora, di un tessuto.
Per definire un tappeto come tappeto marocchino, il manufatto deve essere realizzato in Marocco. Sembra ovvio? Ma non lo è e adesso ti spieghiamo perché.
Per quanto possa sembrare un’affermazione scontata, infatti, capita spesso di imbattersi, anche online, in “tappeti marocchini” o meglio, venduti come tali ma che in realtà sono prodotti in Pakistan, India, Turchia…
Attenzione perché in questi casi ci sono alcuni rischi.
Spesso sono tappeti completamente industriali o solo parzialmente artigianali, che utilizzano i disegni Amazigh pur non avendo nulla a che vedere con i tappeti marocchini originali. Inoltre i metodi di produzione, i materiali impiegati e il trattamento riservato ai lavoratori sono molto discutibili.
Berbero? Amazigh? Marocchino? Facciamo un po’ di chiarezza.
Partiamo dalle basi: un tappeto marocchino è un tappeto artigianale lavorato in un’area geografica ben precisa, che corrisponde all’attuale Marocco, ovvero la parte nord-occidentale del Maghreb situata in corrispondenza della catena montuosa dell’Atlas.
Le popolazioni originarie del Nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria) si definiscono, nella loro lingua, “Imazighen” o “Amazigh” (Amaziɣ ⴰⵎⴰⵣⵉⵖ), ovvero “persone libere”.
La parola Berbero, invece, è stata introdotta dagli Arabi quando hanno colonizzato l’area, per indicare tutte le popolazioni autoctone. Deriva dal greco “bárbaros” e dal latino “barbarus”, e ha dato origine alla parola barbaro, dall’accezione invece negativa.
I tappeti marocchini si distinguono dai tappeti africani prodotti in altre zone del Maghreb, come per esempio quelli tunisini o egiziani. L’arte di annodare i tappeti a mano, difatti, in Marocco risale a tempi molto antichi - pare all’VIII secolo - con notevole anticipo rispetto allo sviluppo delle stesse tecniche in altri paesi del Nord Africa. Ma la diffusione massiccia è avvenuta negli ultimi secoli, con l’avvio della commercializzazione e - nel Novecento - grazie all’interesse di designer e artisti di fama internazionale del calibro di Le Corbusier, Alvar Aalto, Paul Klee. Vi parleremo di loro in altri articoli di approfondimento.
Utile ricordare anche che le artigiane che lavorano i tappeti - sì, perché si tratta di un’attività prevalentemente femminile da sempre - non sono tutte berbere / amazigh: attenzione quindi a non confondere i termini. Se si fa riferimento all’origine di un tappeto si può parlare di tappeto Amazigh solo quando ha origini Amazigh (come nel caso dei Beni Ourain o dei Beni Mrirt, che un tempo erano appunto tribù amazigh).
Le origini: le tribù, la lana, le tecniche ancestrali, i motivi e i simboli
L’arte dei tappeti nasce sulle montagne dell’Atlante (ⵉⴷⵓⵔⴰⵔ ⵏ ⵓⴰⵟⵍⴰⵙ, Idurar n Waṭlas; in arabo جبال الأطلس, Jibāl Al-Aṭlas), dove si stabilirono le tribù “berbere” nomadi e seminomadi dedite alla pastorizia. Influenzate dal contatto con i commercianti persiani e favorite dalla qualità della lana delle pecore locali, iniziarono a produrre tappeti, inizialmente destinati all’uso quotidiano e privato e solo successivamente alla vendita.
Tutt’oggi i tappeti marocchini utilizzano quasi esclusivamente lana di pecora, anche se non è escluso l’uso di lane di dromedario o capra, in particolare per i tappeti vintage. Questa lana eccezionale, soffice e luminosa dal tipico colore avorio, viene poi colorata con pigmenti naturali o ottenuti da piante. In alternativa, può essere utilizzata anche lana nera o scura non tinta.
Ricapitolando.
La storia dei tappeti marocchini è legata dunque a quella delle tribù (che oggi non esistono più contrariamente a quanto si legga a volte) che hanno tramandato la tradizione millenaria della tessitura artigianale, di generazione in generazione, di famiglia in famiglia, conservando intatti fino a oggi stili, tecnica, lavorazioni, sapere e simbolismi. I motivi geometrici e simbolici sui tappeti possono rappresentare scene di vita quotidiana o della loro storia personale, racconti di fertilità, natura e femminilità. L’avvento dell’Islam ha poi influenzato l’aspetto decorativo dei tappeti introducendo motivi arabeschi e geometrici, dando vita a manufatti unici dallo stile inimitabile.
Ogni tappeto racconta una storia unica, riportando su tessuto lo stato sociale, la provenienza e le credenze spirituali della tessitrice. Ogni pezzo è un'opera d'arte unica, tessuta con abilità, pazienza e creatività, un segreto indecifrabile che spesso solo la tessitrice stessa può decifrare.
Lo abbiamo spiegato anche qui: Perché diciamo Amazigh e non berbero?
Usi e funzioni del tappeto
Quello che per noi è spesso unicamente un elemento d’arredo per interni, per queste popolazioni è stato (ed è) ricchezza, tradizione, storia, investimento (di tempo e denaro), lavoro, famiglia, comunità.
Lasciaci spiegare perché non parliamo solo di un oggetto.
Si tratta di un vero e proprio patrimonio culturale ricco di valore e simbolismi, che ancora oggi rappresenta il profondo legame con la lunga storia marocchina.
Tradizionalmente, infatti, il tappeto ha assunto funzioni differenti a seconda del luogo o della cultura locale, funzioni che legano praticità e spiritualità.
Le condizioni climatiche del Marocco rendevano i tappeti essenziali - essendo morbidi e caldi perché realizzati in lana - per l’isolamento termico (sia dal caldo che dal freddo): ecco perché venivano utilizzati per scopi differenti, fungendo da coperta per il letto, tappeto, materasso o copertura/abbellimento per le tende dei nomadi.
I tappeti venivano usati anche per i sudari funerari o come coperta da sella, per rendere quest’ultima più comoda.
Per non parlare della versione piccola e portatile per la preghiera.
L’utilizzo a mo’ di arazzo per la decorazione verticale delle pareti, invece, ha più a che fare con motivazioni estetiche, come quelle che oggi spingono all’inserimento nelle case dei tappeti per il pavimento.
Materiali e lavorazione
Esistono davvero numerosi tipi di tappeti marocchini, che si distinguono tra loro in base al tipo di annodatura, al motivo decorativo, ai colori utilizzati e alla trama del tessuto.
A seconda della tipologia di lavorazione i tappeti marocchini possono essere a pelo lungo o a tessitura piatta, ma esistono anche tappeti in tessuti riciclati realizzati grazie all'upcycling di rimanenze tessili.
Nella maggior parte dei casi per i tappeti in stile marocchino viene utilizzata la lana o lana vergine come materiale principale, proveniente da pecore locali, annodata e tinta a mano. Possono però essere usati anche altri tessuti naturali come cotone o seta, così tra i tappeti marocchini troviamo anche le stuoie in paglia e legno.
Le tessitrici utilizzano telai orizzontali o verticali e spesso seguono tecniche di tessitura, tradizioni e disegni tramandate di generazione in generazione. Spesso non seguono disegni o progetti, proseguendo a istinto grazie alle abilità e alle conoscenze sviluppate nel tempo, dando vita quindi a manufatti unici e irripetibili.
Colori e motivi
I tappeti marocchini sono noti per i loro colori vibranti e i motivi geometrici su sfondo chiaro o bianco (il colore naturale della lana). Ne esistono anche in lana multicolore, così come sono molto amati quelli decorati con forme a diamante e a rombi.
Come vedremo in questo post ogni tappeto ha le sue caratteristiche e le sue unicità: le scopriremo pian piano e impareremo a distinguerle.
Beni Ourain
I Beni Ourain (o Beni Ouarain) sono probabilmente i tappeti marocchini più conosciuti, portati alla ribalta negli ultimi anni dall'imperante design nordico che ha fatto di questa fantasia a rombi neri su sfondo bianco un must have.
Prendono il nome da un gruppo di tribù Amazigh del Nord Est del Marocco votato principalmente alla pastorizia. Ed è proprio con la lana pregiata e rara delle loro pecore che realizzano, da secoli, tappeti divenuti icona e simbolo di una cultura millenaria. Tradizionalmente i tappeti Beni Ourain sono i classici tappeti a pelo lungo realizzato con lana vergine soffice e spessa non tinta (quindi la base resta tra le sfumature del bianco, crema, panna) e semplici disegni geometrici scuri, tipicamente rombi o motivi zig zag. Amatissimi e imitatissimi (tanto da alimentare un mercato di tappeti contraffatti), oggi i Beni Ourain sono realizzati anche in colori differenti da quelli naturali (anche gli artigiani si evolvono e seguono le tendenze).
Sono disponibili in tantissime dimensioni, anche molto grandi poiché tipicamente venivano utilizzati per proteggere dal freddo i pavimenti delle abitazioni di cui ricoprivano l’intera superficie. Per questo motivo Matisse, tra i tanti artisti ad amare i tappeti Beni Ourain, li definì i giganti bianchi.
Sono tappeti dal design minimalista perfetti in ogni tipo di ambiente, dal contemporaneo al boho-chic, dallo scandinavo (è comunissimo vederli negli interni nordici infatti) al classico. Scaldano gli interni con il loro stile senza tempo rendendo l’atmosfera accogliente. Grazie al loro spessore sono molto resistenti e non si spostano dal pavimento.
Scopri la nostra selezione di Beni Ourain
Kilim (o meglio) Hanbel
Kilim è una parola turca che identifica i tappeti a tessitura piatta o flatweave, ovvero senza peli. Rispetto a quelli annodati, quindi, vengono prodotti utilizzando una tecnica di tessitura a trama piatta, che dà vita a un tappeto più leggero ma ugualmente resistente. Essendo molto leggeri possono essere utilizzati anche come elemento decorativo da parete (come testata del letto, arazzo, tela) o come tappeto da preghiera.
In Marocco i tappeti a tessuto piatto sono chiamati anche Hanbel ma la parola Kilim è comunemente utilizzata per riferirsi al tappeto senza pelo. Per la produzione dei tappeti Kilim viene usata principalmente la lana di pecora, filata a mano, talvolta insieme al cotone o alla sabra (detta seta di cactus - anche se oggi è quasi esclusivamente viscosa), ma esistono Kilim persiani realizzati anche in tessuti differenti, come canapa e cotone ad esempio.
La tecnica di tessitura dei tappeti kilim prevede l’intreccio stretto dei fili di ordito e trama fino a creare una superficie piatta, senza pelo. I fili della trama, quelli colorati che compongono il disegno visibile, sono quasi sempre di lana, mentre i fili di ordito, nascosti, possono essere sia di lana che di cotone. Questi ultimi si svelano solo alle estremità, dove divengono frangia, solitamente legata in ciuffetti più o meno lunghi per evitare che la trama si allenti con il tempo.
I tappeti Hanbel sono caratterizzati da disegni geometrici (rombi, linee zig zag, triangoli e altri schemi astratti) e texture dai colori vivaci, talvolta arricchite da ricami in rilievo rispetto al tappeto piatto. I tappeti Kilim persiani, rispetto ai tappeti a trama piatta marocchini, utilizzano più spesso colori terrosi e disegni più complessi, con anche motivi floreali o decori che raccontano storie e leggende locali.
Ami i tappeti a tessitura piatta? Sbircia tra i nostri Hanbel
Beni Mrirt
I tappeti Beni Mrirt sono tappeti originari della regione di Beni Mrirt, situata nell'Alto Atlante del Marocco. Sono molto simili ai Beni Ourain, morbidi e dai decori geometrici eleganti e minimali scuri su sfondo neutro. I toni sono leggermente più vivaci, includono anche sfumature di arancione sgargiante o verde scuro.
Ciò che li distingue è l'uso di una lana molto fine e di primissima qualità, soffice, luminosa, annodata a mano con una tecnica sapiente che prevede nodi molto fitti per creare un tappeto densissimo e molto resistente.
Ma al di là della lana eccezionale e della precisa tecnica di annodatura che le artigiane si tramandano da generazioni, ciò che caratterizza la finitura dei tappeti Mrirt è il lavaggio. Accurato e eseguito più e più volte, questo procedimento rende il tappeto morbidissimo e brillante, soffice e setoso al tatto.
Non possiamo dire di più, perché siamo di fronte a un segreto celato con cura.
La tecnica di pulitura infatti è segreta: gli artigiani che se ne occupano custodiscono gelosamente la loro conoscenza sulle fasi di lavaggio e sui detergenti. Si tratta di un’operazione affidata agli uomini - lo abbiamo raccontato anche qui - perché molto faticosa, un tempo eseguita nei pressi dei fiumi: i tappeti venivano quindi trasportati (magari più di uno), lavati e messi ad asciugare al sole - e non è certo semplice movimentare un tappeto di lana, magari di dimensioni importanti, completamente bagnato. Il risultato di tutto questo impegno è però straordinario: i tappeti Beni Mrirt sono unici proprio per questo procedimento così meticoloso.
Scopri la nostra collezione di Beni Mrirt
Boucherouite
Tra i tappeti marocchini più caratteristici ci sono i Boucherouite, tappeti in tessuto riciclato che sono dei veri e propri gioielli di upcycling, capaci di dare una seconda vita non solo a semplici scampoli, ma anche a capi di abbigliamento.
In realtà il termine marocchino boucherouite (o boucharouette) significa proprio “fatto di stracci”. La loro storia è sintomatica di una forza inestinguibile: quella delle donne marocchine.
Intorno agli anni Cinquanta in Marocco non era semplice procurarsi la lana più preziosa, ma le artigiane non si arresero e trovarono un modo di realizzare ugualmente dei tappeti per le loro esigenze quotidiane. Iniziarono a riciclare in modo creativo abiti vecchi, brandelli di coperte, tessuti di scarto tagliati a striscioline, fili di lana e altri materiali disponibili, dando vita a tappeti dallo stile innovativo e dai più svariati colori. Come spesso accade grazie all’ineguagliabile energia delle donne, un oggetto nato per necessità è divenuto espressione estrema di resilienza, estro creativo, cultura e maestria artigianale.
Oggi nei tappeti boucherouite vengono intrecciati tra loro tessuti e fibre di qualsiasi tipo, come lana, denim, o nylon. Le artigiane mixano colori e texture senza un particolare progetto di fondo, semplicemente dando sfogo alla loro esperienza e linfa creativa.
I disegni sono spesso astratti, con motivi geometrici, linee irregolari e combinazioni di colori vivaci. La mancanza di uno schema fisso rende ogni tappeto pura espressione dell’estro artistico individuale della tessitrice.
Sostenibili, colorati, originali: i tappeti fatti di stracci sono ormai un elemento d’arredo di tendenza capace di ravvivare e dare personalità agli interni contemporanei.
Dai un occhio alla nostra scelta di Boucherouite
Scopri anche la collezione Boucherouite in Denim
Boujaad
Boujaad è una piccola città situata nella regione di Béni Mellal-Khénifra, nel centro del Marocco, caratterizzata da un gran fervore culturale. Nota come “città dei mille e uno santi”, Boujaad è stata per secoli meta spirituale di turismo religioso. I suoi tappeti riflettono la ricca tradizione artigianale della regione e sono apprezzati sia a livello locale che internazionale.
Hanno tradizionalmente colori accesi e caldi - rosso, arancio, rosa - anche se nel tempo sono stati proposti anche in altre tonalità. I decori sono ricchi e originali, e attraverso di essi le artigiane locali tessono storie di vita quotidiana con creatività e maestria, disegnando a braccio forme geometriche o ispirate alla natura e al mondo animale.
Rispetto agli altri tappeti marocchini, i tappeti di Boujaad sono meno densi e più leggeri, hanno il pelo non troppo lungo e una lana più sottile.
In un nostro viaggio a Boujaad abbiamo avuto l’onore di vedere come un’artigiana carda e fila la lana: un incanto per gli occhi.
Scopri i nostri tappeti Boujaad
Azilal
La regione dell’Azilal si trova nella parte settentrionale dell’Atlante, ed è da qui che provengono i tappeti omonimi. Le artigiane dell’area creano dei capolavori senza seguire alcun progetto o disegno: raccontano su tessuto storie di vita quotidiana, leggende e miti appartenenti alla loro regione, alla natura e alla loro vita, trasformandoli in motivi più o meno astratti e di dimensioni differenti.
Sono tappeti annodati con pelo di media lunghezza in lana naturale, talvolta mescolata a cotone o altri tessuti recuperati. Il vello è più lungo rispetto, ad esempio, ai Boujaad.
I tappeti Azilal sono coloratissimi: i pattern geometrici o astratti, spesso asimmetrici, sono multicolore e annodati su un fondo spesso più chiaro o bianco, ma possono essere anche di colore più acceso. Gli Azilal sono tappeti estremamente contemporanei, molto decorativi e allegri, capaci di dare brio e carattere a qualsiasi interno. Perfetti per salotto e zona giorno, possono arredare anche una cameretta.
Ecco la nostra accurata selezione di tappeti Azilal
Taznakht
Taznakht è un villaggio marocchino noto per la produzione di tappeti. È situato nella provincia di Ouarzazate, tra il deserto del Sahara e l’Atlante, contesto paesaggistico che influenza notevolmente lo stile e la palette cromatica dei tappeti di quest’area. Noi ci siamo stati finalmente a febbraio 2023 (qui c’è il nostro racconto di viaggio a Taznakht).
I colori dei paesaggi si riflettono nei tappeti che possono andare dal giallo al rosso, dal blu al verde. Sullo sfondo neutro prendono vita motivi e disegni geometrici che impreziosiscono la trama: losanghe, triangoli, motivi a spina di pesce.
Una delle caratteristiche di questi tappeti, inoltre, è l’alternanza di fasce annodate e fasce tessute. In questa regione vivono le pecore del Siroua, una razza tipica della catena montuosa dell’area, il cui pelo lungo, liscio e luminoso diventa una lana pregiata, soffice e resistente. Proprio la luminosità pare essere un tratto distintivo di questi gioielli di tessuto. La lana d’agnello viene lavorata meglio che altrove, e le tecniche di lavorazione elaborate nel tempo hanno contribuito a rendere i tappeti Taznakht delle vere e proprie opere d’arte.
Ami i tappeti Taznakht: ecco la nostra selezione
Akhnif
I tappeti Akhnif sono tappeti artigianali marocchini lavorati nella regione di Taznakht. Sono tappeti a tessitura piatta decorati con motivi ricamati molto sottili e ripetuti: disegni geometrici piccoli e simmetrici su fondo monocromatico che creano composizioni molto ordinate e raffinate. In genere i disegni sono tradizionali e legati alla cultura del luogo, è più raro trovare una versione più contemporanea o rivisitata del tappeto Akhnif.
Il tappeto Akhnif è generalmente in colori naturali neutri ma non sono esclusi fondi in colori più forti. Le artigiane tingono la lana con le erbe tintorie per ottenere le sfumature con cui decidono di caratterizzare ogni loro creazione. Sono tappeti molto eleganti che grazie al loro micropattern si inseriscono bene anche in ambienti moderni e minimalisti.
Sbircia la nostra selezione di tappeti Akhnif
Kharita
Sempre dalla regione di Taznakht provengono i tappeti a tessitura piatta Kharita, molto particolari e riconoscibilissimi.
Kharita in marocchino significa mappa: ed è proprio una mappa ciò che sembra di riconoscere nei fitti decori di questo tipo di tappeti coloratissimi e allegri. Sono tappeti molto complessi da realizzare, per cui occorrono competenze ed esperienza: le artigiane realizzano piccole macchie di colore che vanno a creare proprio una sorta di mappa geografica in cui si intravedono tanti piccoli paesi. Si tratta di creazioni molto elaborate e fantasiose.
Scopri la nostra selezione di tappeti Kharita
Stuoia Hassira
La stuoia Hassira è un tappeto realizzato con una paglia ricavata da foglie di palma intrecciate tra loro con fili di lana colorata. Le foglie vengono così lavorate dopo essere state separate e messe a essiccare.
Per realizzare le stuoie in paglia di palma servono abilità manuali precise che le artigiane delle zone rurali intorno a Khmisset hanno acquisito nei decenni passati. Oggi che hanno 50, 60 anni il loro sapere rischia di andare perduto perché le nuove generazioni non stanno continuando questa tradizione. Ecco perché le stuoie Hassira sono pezzi unici e rari da preservare e valorizzare.
Spesso adoperate come tappeto da preghiera, si possono inserire in interni contemporanei o in esterni, su terrazze o sotto un bel patio, ma anche in cucina, in veranda, su un balcone o come decorazione murale… sono stilisticamente molto versatili e aggiungono un tocco naturale in qualsiasi contesto. Un ennesimo esempio di artigianato tradizionale che coniuga valore culturale e funzionalità quotidiane riflettendo la maestria e l’esperienza delle donne che tramandano quest’arte manuale.
Scopri i nostri tappeti in paglia di palma
Glaoui (Aït Ouaouzguite)
La storia dei tappeti Glaoui è senza dubbio degna di nota: questi tappeti non prendono infatti il nome dalla loro tribù Aït Ouaouzguite (originaria del villaggio di Telouet) ma quello di un politico marocchino vissuto tra fine Ottocento e metà Novecento, il più famoso pashà del Marocco.
Vi avvertiamo: questa non è una storia necessariamente "felice". Ma è ancora una volta la prova di come le artigiane, le donne del Marocco, siano state in grado di affrontare le avversità, trasformando con determinazione un'imposizione in un'arte sopraffina, oltre che in una forma di sussistenza per sé e per le proprie famiglie.
Thami El Glaoui apparteneva a una tribù (i Glaoua) della regione di Tazhnakt che controllava gran parte del Sud-est del Marocco fino al periodo precedente alla colonizzazione francese. Divenne pashà a inizio secolo e collaborò con i coloni, facendosi malvolere dalla popolazione indigena. Era un uomo violento e crudele che sfruttò la manodopera locale, ma i suoi modi prepotenti contribuirono a intensificare la produzione di questi tappeti tipici e molto particolari, caratterizzati da tre tipi diversi di lavorazione: ricamo, annodatura e tessitura.
Quando prodotti nella loro regione originaria, utilizzano la lana delle pecore Siroua locali, una specie presente solo qui e unica al mondo di cui abbiamo parlato più su. La sua lavorazione alterna strisce tessute, strisce annodate e chedwi: quest’ultima è una tecnica di ricamo complicatissima che mescola sempre un filo di lana nera e un altro bianco costruendo un intreccio che crea diagonali, curve altre figure. I tappeti Glaoui sono per lo più in colori naturali, con composizioni decorative ricche di simboli e motivi, geometrici o floreali, o anche di disegni stilizzati di animali o altre rappresentazioni naturali, i cui significati variano da zona a zona, da tribù a tribù.
Scopri i nostri tappeti Glaoui (Aït Ouaouzguite)
Zanafi
Il tappeto Zanafi prende il nome dall’omonima tribù proveniente dalla regione di Taznakht, sulle montagne dell’Alto Atlante. Simile al tappeto Hanbel (o Kilim), è un tappeto a trama piatto, senza pelo, leggero ma resistente.
Realizzato in lana al 100% (mentre il Kilim può avere una percentuale di cotone o altro filato), è solitamente caratterizzato da colori neutri o terrosi, e viene tinto utilizzando esclusivamente pigmenti naturali.
I motivi geometrici sono semplici e lineari, non complessi come quelli dei tappeti Hanbel, mentre complessa è la lavorazione, soprattutto per l’uso della tecnica chedwi Un’ulteriore differenza con i tappeti Kilim sta nella densità: i tappeti Zanafi sono molto più densi rispetto ai Kilim, dunque più resistenti.
Chichaoua
I tappeti Chichaoua sono un’altra tipologia di tappeto marocchino molto nota e apprezzata, realizzata dalle donne del villaggio omonimo, situato nella zona occidentale del Marocco.
Rispetto agli altri tappeti marocchini la lavorazione è meno fitta, la superficie è più piatta e con un effetto più rustico, apparentemente grossolano. Il pelo è comunque morbido e consistente. I colori utilizzati sono per lo più caldi: i fondi virano sulle sfumature del vinaccia, terracotta o rosa antico, mentre toni più scuri definiscono i motivi, ispirati sì alle geometrie ma in modo più libero e impreciso.
I pattern sono asimmetrici, irregolari, possono apparire quasi confusionari ma questa peculiarità è anche la ricchezza di questi tappeti: opere uniche che esprimono la complessità dell’area geografica da cui provengono.
Zemmour
Il tappeto Zemmour è uno dei più noti dell’area del Medio Atlante e del Marocco centrale, regione da cui provengono anche i Beni Mguild o Beni Ourain (difatti questi tappeti hanno alcune similitudini in termini di grana, formato, colore, motivi).
Meno stretti e lunghi rispetto a quelli dell’Alto Atlante, hanno dimensioni medie e un pelo abbastanza lungo (più di un centimetro).
La qualità della lana è eccezionale, morbida e brillante. Il rosso fa da colore predominante per lo sfondo (spesso più tendente al rosso scuro, terracotta), abbinato a motivi di altre tonalità a contrasto come il nero, il verde prato, il viola, l’avorio o la vasta palette degli arancioni.
Lo schema grafico dei tappeti Zemmour è molto preciso: i motivi sono netti, gli angoli vivi, le linee dritte. Spesso i disegni sono inseriti all’interno di griglie nelle quali si ripetono alternando colori e geometrie. Non c’è apparente simmetria, tutto si svolge all’interno della “cornice - tappeto” in cui non c’è però un pattern centrale.
Zayane
Un’altra categoria di tappeti marocchini proveniente dalla zona dell’Atlante è quella dei tappeti Zayane, che prendono il nome dalla tribù che ha iniziato la loro lavorazione.
La caratteristica tipica di questi tappeti annodati, oltre alla colorazione molto frequentemente rossa e al pelo di media lunghezza, è quella di essere lavorati (e quindi usati) su entrambi i lati. Tradizionalmente usati per arricchire la dote delle spose della Mauritania, questi tappeti venivano piegati e impilati l’uno sull’altro sino a creare delle sedute a mo’ di divano. Oggi sono meno noti di altri tipi di tappeto, pertanto meno richiesti, ma vanno senza dubbio menzionati per la loro peculiarità.
Zindekh
In questo caso il tappeto diventa oggetto di design da appendere alla parete per dare carattere ad un angolo studio o ad una zona di passaggio altrimenti anonima.
I tappeti Zindekh nascono dalla volontà (e necessità) di riciclare in modo creativo i sacchetti di plastica della farina, del riso o di altri alimenti secchi, trasformati in base per cucire o annodare il tappeto.
Meno pregiati dunque dei tappeti marocchini in lana, questi tappeti sono diventati con il tempo piccole opere d’arte destinate a una nicchia ristretta di estimatori, esposti in gallerie e case d’arte.
Eppure inizialmente non erano destinati alla vendita, anzi, sono nati come oggetti d’uso quotidiano, anche grazie alle loro dimensioni contenute (quelle di un sacchetto da 15 kg) che li rendono perfetti anche come elemento d’arredo (su divani e letti), come tappetini da interni, come decori da parete, magari incorniciati a mo’ di quadro. Oppure, ancora, come seduta per esterni in caso di ospiti, come sella o come tappeto da preghiera. Venivano anche utlizzati per i neonati, per farli riposare o giocare in libertà. Insomma, un tappeto dai mille usi versatile e creativo.
I tappeti Zindekh sono pezzi unici, e vengono realizzati con tre tecniche differenti:
- con ago e filo, semplicemente
- annodando stracci di tessuto sull’ordito della plastica precedentemente aperto
- o con la tecnica punch needle: un grande “ago magico” che viene usato dalle artigiane per creare disegni astratti coloratissimi con le loro mani tinte nell’henné.
I tappeti Zindekh li trovi anche sul nostro shop!
Usare le parole giuste: ovvero, riconoscere dignità e valore
Espressione del Marocco autentico, i tappeti artigianali marocchini (che ora sapete si chiamano anche Amazigh, ma non berberi!) sono amati in tutto il mondo. Grazie alla loro varietà si inseriscono in modo naturale in interni di ogni gusto e stile, andando in contrasto o adeguandosi in modo più sobrio al mood dell’arredo.
Perfetto in una casa contemporanea o in una dagli accenti più classici, in interior boho chic e mediterranei, come in ambienti ispirati allo stile nordico, un tappeto marocchino è capace da solo di caratterizzare lo spazio domestico, scaldando l’atmosfera o aggiungendo un tocco di colore - e calore - con un pezzo artigianale unico di immenso valore.
I tappeti che abbiamo scelto di inserire in questa guida enciclopedica, questo lungo glossario in progress (perché stiamo studiando anche noi!) non esauriscono certo la lista infinita dei tappeti marocchini.
Già, perché esistono ancora altri tipi di tappeti, ognuno identificativo di un’area o della relativa tribù originaria, ciascuno con le sue peculiarità. Menzionarli tutti è quasi impossibile, e le differenze tra loro potrebbero essere perfino impercettibili ai nostri occhi. Tutti ugualmente affascinanti, tutti pezzi unici che esprimono la ricchezza di una cultura manuale millenaria e i segreti indecifrabili della vita delle artigiane che li tessono, e che affidano così al mondo un pezzo della loro vita e del loro sapere attraverso i simboli e i motivi che scelgono di volta in volta di disegnare. Un incanto avvolto di mistero.
Al termine di questo lungo viaggio sarà forse più chiaro perché la definizione tappeto etnico sia del tutto senza senso.
Cosa significa etnico? Quale area geografica precisa indica la provenienza di qualcosa di etnico? Ogni manufatto, ogni opera, ha un legame autentico con il luogo in cui è nata. Per noi è quindi importante usare le parole giuste quando si definiscono oggetti e persone, per dar loro dignità e il giusto riconoscimento.
In Casa Amar teniamo moltissimo a valorizzare le artigiane e gli artigiani che lavorano i tappeti, raccontando le loro storie, mostrando i loro manufatti, descrivendoli nel modo giusto ed esaltandone caratteristiche e pregi. Speriamo che con questa guida siamo riusciti a trasmettere un po’ della nostra passione, della nostra filosofia e dei nostri valori.
Nel nostro showroom a Milano e online troverai una selezione di tappeti marocchini artigianali scelti durante i nostri viaggi, e troverai noi, Jihane e Matteo, sempre pronti a raccontare le storie affascinanti che stanno dietro a ogni manufatto.
Ti aspettiamo: vieni a trovarci in showroom!
Cerchi un tappeto speciale? Contattaci per una consulenza personalizzata